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Parco archeologico di Gibil Gabib
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::Parco archeologico di Gibil Gabib a Caltanissetta » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Parco archeologico di Gibil Gabib

Parco archeologico di Gibil Gabib




Il parco archeologico di Gibil Gabib è situato a circa 5 km da Caltanissetta su una collinetta che domina il versante sud-orientale della valle del fiume Imera Meridionale (volgarmente detto Salso) e alla quale i Saraceni diedero il nome di città dei morti (Gibil-Gabib,); su di essa fu, infatti, rinvenuta un'importante necropoli, con sepolture che vanno dall'VIII al III secolo a.C.
Il sito è composto da tre piattaforme (antico centro abitato) digradanti verso sud-est e fu sede di insediamenti preistorici, indigeni divenuto successivamente, centro ellenico e, che qualcuno ha pensato di poter identificare con l'antica Nissa, da cui più tardi sarebbe nata la citta' di Caltanissetta.
Gli scavi in quest'area furono iniziati alla metà del 1800 ad opera di Landolina di Rigilfi e vennero ripresi nel 1880 da Antonio Salinas, negli anni '50 da Dinu Adamesteanu ed, infine, nel 1984 . Proprio alla metà del '900 vennero portati alla luce alcuni ambienti risalenti al VI secolo a.C., parti della cinta muraria, e ceramica riferibile alla facies di Castelluccio (età del bronzo antico), mentre negli anni '80 è stato riportato alla luce un vero torrione di difesa della metà del VI sec. a.C., cosa che ha permesso, tra l'altro, di chiarire la destinazione delle cinte murarie rinvenute negli anni '50.
Dagli scavi presso gli ambienti sono stati rinvenuti tombe per lo più a grotticella artificiale e a camera, vasi, oggetti di uso quotidiano, piatti e lucerne. Sono state ritrovate anche una statua di divinità fittile femminile e una testina fittile di offerente che testimoniano l'esistenza di vari spazi di culto nell'abitato. Ai piedi dell' altura si estendevano due necropoli da cui provengono i corredi con ceramica siceliota a figure rosse.



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